L’ingresso di Auschwitz recante la ben nota scritta «il lavoro rende liberi
E’ bene ricordare che, quando la Germania occupava vittoriosa mezza Europa, la borghesia italiana stava ben attaccata al carro del vincitore e non mirava ad altro che a spartirsi, per quanto poteva, il bottino di guerra col vincitore.
L’ingresso del campo base di Vorkuta recante la scritta:
«In URSS il lavoro è una questione d’onore e di gloria»
Così com’è bene ricordare il «profondo cordoglio» con cui il Parlamento italiano accolse la notizia della morte di Stalin, così come è bene ricordare gli affari italiani, da Togliattigrad ai gasdotti siberiani, felicemente conclusi con l’URSS.
Servi sciocchi dei criminali in vita,
ipocriti commemoratori delle loro vittime quando deceduti.
E questi sarebbero «rappresentanti del popolo»?
Tra breve chiederanno il voto anche a te:
Non delegare la tua rappresentanza a questi «signori della politica»!
Difendi i tuoi interessi in prima persona partecipando al Comitato Studentesco!
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