lunedì 19 maggio 2008

Il Comitato Studentesco al Pride Laico


Inseriamo qui il volantino che abbiamo distribuito durante il corteo del Pride Laico, tenutosi a Genova sabato scorso.


Il Comitato studentesco aderisce oggi alla giornata del Pride Laico, convinto che questa manifestazione possa essere una prima e necessaria barriera da opporre alla dilagante pervasività della morale religiosa nella vita quotidiana di migliaia di persone.
Morale che oltre mettere in crisi il potere di ogni persona di gestire come meglio creda il proprio corpo e la propria sessualità; sviluppa nella quotidianità un lavoro politico di sostegno e di strutturazione di un sistema sociale, come quello capitalista, che basandosi esclusivamente nella ricerca anarchica del profitto, riduce quotidianamente l’uomo ad un mero fattore produttivo.
Le parole di fratellanza, umanità e compassione, anche dei membri più “eretici” delle gerarchie religiose in generale, e della Chiesa Cattolica in particolare, si sciolgono come neve al sole di fronte alla violenza sanguinaria che la nostra società, attraverso le sue strutture, riesce a mettere in campo.
Dal Concilio Vaticano II con il suo cattolicesimo sociale, passando da Wojtyla, per arrivare all’intransigenza teologica di Ratzinger, per citare solo gli sviluppi degli ultimi decenni, la Chiesa si è sempre di più dimostrata collusa con lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo; essa non è altro che una delle sue giustificazioni ideologiche
Nel contesto della manifestazione di oggi, questa è una premessa necessaria ed obbligata, ma sicuramente non sufficiente. Soprattutto non è sufficiente il solo sventolio della bandiera della laicità dello Stato, poiché è evidente agli occhi di tutto che la liberazione degli spazi statali dall’influenza più retrograda della Chiesa non risolverebbe l’intricato sviluppo di tutte quelle contraddizioni sociali, che riescono proprio ad esplicarsi per la presenza dello Stato (laico o religioso che sia).
E’ qui che la nostra lotta deve assumere un profilo più ampio e profondo, non ghettizzandosi in una critica giullaresca contro la sola figura Ratzinger, ma partendo dall’aspetto più conservatore e reazionario della nostra società, come quello religioso, per espandere il tutto ad una critica ampia e sistemica della società capitalistica e soprattutto alle contraddizioni che fa emergere in Università.
Occorre partire dalla convinzione che, oggi come ieri, viviamo in una società divisa in classi, ed una lotta che riporti nel luogo di lavoro, come nelle facoltà, il conflitto sociale, necessiti innanzi tutto di un’intransigenza, indipendenza ed autonomia dell’organizzazione degli studenti e dei lavoratori, nei riguardi di tutte le strutture ed istanza riconducibili alla classe dominante.
Classe dominante, che attraverso suoi settori, appoggiano gli studenti in piazza solo quando fa più comodo a loro, mentre li abbandona quando la loro critica non si limita più alle sole gerarchie religiose, ma si estende agli interessi che padroni e Stato impongono all’intera popolazione.
Rivendichiamo la nostra autonomia ed indipendenza fin da oggi, non con vuoti proclami di principio, ma con una prassi politica quotidiana, che non ci asservisca a nessun altro interesse se non il nostro.
Il Comitato Studentesco ha scelto questa strada, certo più difficile ed irta rispetto a quella che passa per le stanze dei bottoni, per servilismo accademico, per i salotti radical-chic, ma unica e necessaria per garantire una vera autonomia politica degli studenti.
Con il Comitato Studentesco abbiamo voluto costruire un’organizzazione politico-sindacale degli studenti, che però superi la becera visione corporativistica di un unico corpo studentesco: esiste lo studente ricco, come quello povero, il figlio del lavoratore, come il figlio dell’avvocato.
Noi abbiamo deciso di organizzare e rappresentare gli strati più deboli ed oppressi del corpo studentesco, quegli stessi ragazzi e ragazze che nel giro di qualche anno non potranno che diventare forza lavoro salariata alla mercé del padroncino di turno.
Ed è anche per questo che il nostro agire politico non si vuole limitare alla staccionata della nostra scuola, della nostra facoltà o del nostro ateneo, ma vuole espandersi in una vasta pluralità d’ambiti di contestazione sociale, in primis quello del lavoro e della classe lavoratrice.
Ricostruire un’alleanza politica tra studenti e lavoratori, evidenziare le contraddizioni che caratterizzano la nostra società, denunciare i processi di sfruttamento che si sviluppano tanto nel nostro oggi universitario quanto nel nostro domani lavorativo, sviluppare e organizzare conflitto sociale, questi gli obiettivi cardine su cui il Comitato Studentesco ha deciso di basare la propria attività teorica e pratica.


E TU DA CHE PARTE STAI???
PASSA DALLA TUA PARTE!
ORGANIZZATI NEL COMITATO STUDENTESCO!

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