lunedì 19 gennaio 2009

PER NON PAGARE LA LORO CRISI...ORGANIZZIAMOCI!!!!

Il 2009 inizia per l’Università italiana, e in particolare per quella genovese, nel peggiore dei modi; proprio come era terminato il 2008.
Il progetto di ulteriore mercificazione dell’università, assoggettamento della stessa alla logica del capitale e del profitto, la definitiva entrata delle imprese nelle strutture universitarie, l’espulsione di ampi strati di forza – lavoro precaria va avanti in maniera serrata, nonostante la lunga ed energica mobilitazione che ci ha visto protagonisti negli ultimi mesi.
I propositi del Rettore sono molto chiari e più volte reiterati non solo con le sue esternazioni ai giornali, ma anche con l’ufficiale presentazione del suo Piano all’ultimo Senato accademico.
Il primo punto che salta agli occhi è la volontà di costituzione di una Fondazione (privata) parallela all’Ateneo, composta da Istituzioni locali, Camera di Commercio ed imprese, finalizzata al finanziamento della ricerca applicata.
Si è reputato, insomma, che le imprese non avrebbero avuto alcun interesse nell’entrare direttamente nell’Ateneo, molto meglio riservare ai lucratori e capitalisti la ricerca, ossia l’ambito universitario che realmente può creare profitto.
Questa manovra, dunque, non ha significato, come alcuni ritengono, una limitazione del raggio d’azione delle imprese, che si sarebbe in maniera molto teorica potuta estendere a tutto l’Ateneo, bensì un ulteriore assoggettamento dell’intera ricerca, quella che conta, al profitto, all’interesse privato delle imprese.
Questa tendenza sarà, poi, ulteriormente potenziata da un secondo strumento previsto dal piano del Rettore, e già operante nell’Ateneo genovese, ed è la pratica delle cattedre sponsorizzate; ossia la possibilità per le imprese d’allestire e finanziare dei veri e propri corsi, creando poi corsie preferenziali con la ricerca e con il relativo indotto industriale.
A fronte di tutto ciò, assistiamo alla situazione sempre più drammatica degli oltre 500 precari dell’Università, che non si sono visti rinnovato il proprio contratto, dopo anni di collaborazione con l’Ateneo genovese.
Negli ultimi giorni, poi, siamo arrivati a situazioni paradossali proprio in seguito a queste operazioni, in quanto molti uffici e servizi non potranno più essere erogati (soprattutto in riferimento a tirocini e pratiche Erasmus) e quelli che in questi giorni sono stati garantiti è stato in base a una prestazione d’opera GRATUITA da parte degli stessi precari.
Ciò dimostra come non è vero che non ci sia lavoro, quello che non c’é é la volontà di pagarlo!
Di fronte a tutto ciò, assistiamo sgomenti al silenzio assordante della rappresentanza studentesca, che pur avendo assistito alla presentazione del Piano in Senato accademico, non hanno proferito parola sul fatto, pur potendo usufruire direttamente dei documenti presentati, cosa impossibile a tutti gli altri.
I rappresentanti non hanno assolutamente ritenuto opportuno convocare un’assemblea studentesca per comunicare agli studenti genovesi le intenzioni del Rettore e decidere come muoversi a riguardo; ulteriore dimostrazione di come l’istituto della rappresentanza sia complice se non servo sciocco delle dirigenze!
L’unica arma a nostra disposizione è quella dell’autorganizzazione, al di fuori di logiche partitiche e riformistiche; continuiamo a portare avanti la mobilitazione all’interno delle facoltà, aprendo le stesse alla conflittualità sociale che gruppi di lavoratori stanno esternando a fronte di una crisi economica i cui unici responsabili sono il capitale e le sue banche.


COSTRUIAMO DALLE ATTUALI ASSEMBLEE STUDENTESCHE UNA STRUTTURA PERMANENTE CHE VADA OLTRE LA FALLIMENTARE RAPPRESENTANZA DEI PARLAMENTINI!

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